“C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo”, (Milan Kundera).
Giornata mondiale della lentezza
Da cosa ti stai allontanando?
Prenditi il tuo tempo
Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo a nostra disposizione ma questa consapevolezza profondamente radicata dentro di noi, si sta trasformando sempre di più nella paura di “perdere tempo”.
La lentezza spaventa.
Dobbiamo fare tutto in fretta e frequentemente ci fa da sottofondo emotivo un’inspiegabile irrequietezza.
Il costo di questa fretta esistenziale è la superficialità, è un’ansia trafelata che spesso comunichiamo agli altri, è un radicato individualismo nascosto sotto una falsa socievolezza che ci può portare a frequentare “tanta gente” senza però nessuna intimità e autenticità.
Questa ansia ci spinge a diventare consumatori compulsivi di tempo e nella realtà dei fatti a perdere tempo davvero.
Facciamo tantissimo! C’è una pubblicità che mi ha sempre colpito (e fatto venire una certa ansia!) dove una donna si dispera perché a causa di un piccolo malessere fisico in un microsecondo si accorge che non potrà: andare in palestra prima del lavoro, partecipare ad una super riunione in ufficio, andare a prendere l’aperitivo con le amiche e concludere la giornata con una festa. Ah, e non riesco a ricordare in che punto della giornata, ma rischia anche di perdere una partitina a tennis!
Per fortuna la pillolina magica, in un attimo fuga il terribile pericolo di passare un’intera giornata a prendersi cura della propria salute.
Vivere è sentire, è permettere che le esperienze che viviamo ci tocchino profondamente e possano essere dotate di senso. Tutte le esperienze, quelle positive, quelle negative e quelle neutre.
Quando agiamo spinti dal desiderio di fare tutto, e per questo dobbiamo accelerare, smettiamo di respirare pienamente e viviamo in apnea: le esperienze ci toccano solo superficialmente.
È il pilota automatico che ci fa agire.
Magari nutriamo la nostra immagine sociale quando raccontiamo le nostre giornate imbottite di impegni, ma difficilmente siamo davvero presenti a noi stessi e agli altri in quella super quantità di attività in cui ci lanciamo.
La lentezza di cui abbiamo naturalmente bisogno per rendere la qualità della nostra vita migliore non si misura in minuti o ore, e non è programmabile sul calendario: credo che possa essere condensata nella frase PRENDITI IL TEMPO NECESSARIO, il tuo personalissimo tempo necessario.
Prenditi il tempo necessario per accorgerti di come ti senti, per ascoltare davvero chi è vicino a te, per fare un progetto, per farti venire un’idea, per capire se hai bisogno di fermarti, per chiederti che cosa vuoi davvero, per sentire la gioia ma anche gli altri stati d’animo.
Prenditi il tempo necessario per dire un vero sì o un vero no.
Prenditi il tempo necessario per fare le scelte importanti.
Prenditi il tempo per assaporare il cibo, per lasciare che il clima di ogni giornata tocchi la tua pelle e i tuoi occhi e tu possa sentire il calore del sole o il freddo dell’inverno e faccia entrare dentro di te il colore del cielo oggi.
Non sto ovviamente parlando di non considerare gli orari o gli impegni, le responsabilità anche verso gli altri, ma di coltivare l’intenzione di avere la pazienza di rispettare il tempo necessario per moltissime cose importanti della nostra vita.
L’invito alla lentezza di cui sto parlando non è l’eliminazione della velocità, anzi la velocità è una sensazione positiva e in molti casi è necessario essere veloci.
Sto invitando a non farci soverchiare dalla paura di perdere tempo e di conseguenza a riflettere maggiormente sul TEMPO NECESSARIO.
Spesso si radica il vissuto di non essere sufficientemente importanti da prendersi del tempo per sé, per come si è autenticamente: non avendo tempo per sé non se ne ha nemmeno per gli altri, l’ascolto risulta quindi frettoloso di andare al punto, di risolvere la situazione, ma non ascoltiamo davvero.
Fermati e respira per accedere ai tuoi pensieri, alle tue emozioni ai tuoi desideri più autentici: sei importante e puoi cominciare ad esprimere te stesso con calma e profondità.
Dominique Cappa