Ogni giorno è una nuova opportunità per ricominciare. Ogni giorno è il vostro compleanno.
(Dalai Lama)
L’obiettivo più gettonato dei pazienti che ogni anno entrano nel mio studio è il cambiamento, spesso le persone che incontro nel mio lavoro vivono un conflitto fra quello che è la loro vita attuale e quella che vorrebbero, bloccate in una vita insoddisfacente vorrebbero qualcosa di diverso ma nel giro di poco tempo però sia io che loro ci accorgiamo di come, pur desiderando il cambiamento, ognuno di loro in realtà lotti per mantenere lo stato di equilibrio attuale. Cambiare vita prevede un conflitto interiore tra l’esigenza di una trasformazione e la paura dell’ignoto che istintivamente ci porta a conservare la vita che si sta vivendo.
La prima reazione, quando si avverte una spinta interiore che ci suggerisce di cambiare vita, è dunque quella di resistere, negando a sé stessi che è in corso un cambiamento importante. Non si tratta di un processo razionale o voluto: l’esigenza di cambiare vita spesso è il risultato di una trasformazione interiore che non avvisa. Accade e basta.
Ma come ci opponiamo al cambiamento pur desiderandolo? Per proteggerci dalla paura del cambiamento disseminiamo “trappole” che stanno tutte intorno alla nostra zona di confort e nelle quali, puntualmente, inciampiamo quotidianamente.
Una di queste trappole è l’abitudine di etichettarsi.
Non passa giorno, senza che in qualche modo ci giudichiamo o critichiamo negativamente: “sono troppo pigro/a, non sono capace, non sono all’altezza, sono troppo vecchio, brutto, povero, stupido….
Metterci un’etichetta (che arrivi da noi o dagli altri) significa descrivere non solo quello che siamo stati in passato e siamo oggi, ma anche quello che saremo domani, andando così a influenzare pesantemente quello che sarà il nostro futuro.
Quindi attenzione alle parole che utilizziamo per definirci!! Soprattutto evitiamo di etichettarci: il nostro essere è mutevole e in grado di trasformarsi se solo ce ne diamo la possibilità
Un’altra trappola è quella di darsi degli obiettivi troppo alti o di credere che il cambiamento non possa partire da piccole cose.
È inutile guardare alla cima della montagna pensando che non ci arriveremo mai….
Attenzione all’atteggiamento con cui affrontare il cambiamento, se ci approcciamo alla nostra situazione con Rassegnazione, pensando che non c’è nulla da fare, non ci sono soluzioni adottabili, non pensando di avere le capacità e le risorse e non vedendo la ragione per farlo, rimarremo in balia delle situazioni e delle altre persone. Se invece affronteremo tutto con dolore e fatica, LOTTANDO e ostinandoci a cambiare cose che non sono sotto la nostra piena responsabilità, ci ritroveremo a lottare continuamente sprecando tempo ed energie.
Mentre se pratichiamo l’accettazione tale atteggiamento ci consentirà il cambiamento perché ci aiuterà a vedere oggettivamente in noi, nelle situazioni e nelle altre persone le reali possibilità di cambiamento.
Infine, quando pensiamo ad un cambiamento, pensiamo spesso ad una situazione diversa, al raggiungimento di un obiettivo preciso, dimenticandoci che molto spesso è molto più importante il percorso che l’arrivo, e che attuare un cambiamento significa anzitutto stare nella propria vita in modo diverso, magari proprio nelle stesse cose, magari proprio nelle stesse scelte, ma vivendo, sentendo, agendo in modo differente
Il nostro obiettivo allora non è più quello di ottenere un risultato ma di mettere in atto il processo ogni giorno, trasformandolo in abitudine a stare nelle cose in modo differente e chiedendoci se è ciò che veramente vogliamo
Stefania Colombo