L’Ansia Generalizzata si manifesta con ansia e preoccupazioni eccessive (attesa di pericoli) che si presenta molto spesso, per periodi di tempo prolungati (almeno 6 mesi) e riguarda numerosi eventi o attività , come prestazioni lavorative o scolastiche.
Accanto alla preoccupazione eccessiva si presentano tre o più, dei seguenti sintomi:
- irrequietezza e/o tensione,
- facile affaticabilità ,
- difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria,
- irritabilità ,
- tensione muscolare,
- alterazioni del sonno con difficoltà di addormentamento o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente.
L’ansia si accompagna anche a numerosi sintomi psicofisici:
- indolenzimenti e contratture muscolari,
- dolori localizzati senza cause organiche,
- tachicardia,
- palpitazioni,
- cali di pressione e polso irregolare,
- senso di costrizione e oppressione al petto,
- difficoltà respiratorie,
- aumento della frequenza urinaria,
- disturbi del desiderio sessuale,
- difficoltà a deglutire, a digerire, mancanza di appetito, nausea, vomito, diarrea.
Inoltre, vi è una incapacità di rilassarsi oltre che una ipersensibilità agli stimoli.
Anche se la durata di un attacco di panico non è mai molto prolungata nel tempo (da qualche minuto alla mezz’ora), rappresenta una delle esperienze peggiori che una persona possa provare. Si caratterizza per un periodo preciso di paura o disagio estremamente intensi, durante il quale quattro o più dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente e raggiungono il picco in pochi minuti:
- palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia molto intensi
- sudorazione
- tremori fini o grandi scosse
- dispnea o sensazione di soffocamento
- sensazione di asfissia
- dolore o fastidio al petto
- nausea o disturbi addominali
- sensazioni di sbandamento e di instabilitÃ
- sensazioni di irrealtà o sensazione di essere distaccati da sé stessi
- paura di perdere il controllo o di impazzire
- paura di morire
- sensazioni di torpore o di formicolio
- brividi o vampate di calore
Gli attacchi di panico si caratterizzano dunque con un insieme di pensieri negativi, intense emozioni di paura e intensi sintomi fisici.
Gli attacchi di panico spesso comportano altre conseguenze. La più comune è l’evitamento di tutte quelle situazioni o persone ritenute pericolose o in grado di stimolare un attacco di panico.
E’ evidente che una simile modalità di comportamento può essere molto limitante.
Inoltre, la paura dell’imminenza di un nuovo attacco (che il più delle volte arriva senza segnali premonitori) produce uno stato di tensione generale e di irritabilità diffusa.
Agorafobia
Letteralmente questa parola, che deriva dal greco antico, significa paura degli spazi aperti.
E’ un disturbo che si caratterizza per un ansia anche estremamente intensa, relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato o sintomi tipo panico.
Questo disturbo si manifesta tipicamente in situazioni caratteristiche che includono l’essere fuori casa da soli, essere in mezzo alla folla o in coda, essere su un ponte e il viaggiare in autobus, treno o macchina. Queste situazioni vengono evitate oppure molto ridotte, altrimenti sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un attacco di panico o di sintomi di panico, o viene richiesta la presenza di un compagno.
Anche questo disturbo, come già detto per gli attacchi di panico, può limitare notevolmente lo svolgimento della propria vita normale.
Con questo termine si intende una paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifica: ad esempio volare, altezza, animali, ricevere un iniezione, vedere il sangue.
L’esposizione allo stimolo fobico provoca, quasi inevitabilmente, intensa ansia, che a volte può trasformarsi in un attacco di panico.
Chi soffre di fobia è consapevole che la paura è eccessiva o irragionevole, ma nonostante questo, lo stimolo fobico viene evitato oppure sopportata con intensa ansia o forte disagio.
Questo tipo di disturbo si manifesta quando una persona è stata esposta ad un evento traumatico molto grave, in cui la persona ha assistito o si è confrontata con uno o più eventi che hanno implicato la morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia alla propria integrità fisica o di altri.
Nel corso di questa situazione, la persona ha sperimentato una paura estremamente intensa, sentimenti di impotenza o orrore.
Anche dopo dopo che il pericolo è passato, e per un periodo piuttosto lungo, l’evento viene rivissuto persistentemente in uno o più dei seguenti modi: ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento che comprendono immagini, pensieri o percezioni; sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento; agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripetendo.
Questo include sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, episodi dissociativi di flashback; disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni e che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico; reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
Vengono inoltre evitati gli stimoli associati al trauma. Si possono anche ritrovare sentimenti di estraneità e distacco verso gli altri, incapacità di provare sentimenti piacevoli diminuzione o assenza di interesse per persone e attività verso le quali non c’erano questi atteggiamenti prima del trauma.
Si parla di stress post traumatico quando questi sintomi si manifestano per più di un mese, e creano un disagio significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.